Dott. Giuliano Ferrara

Dott. Ferrara, ritiene che il prossimo congresso politico ANDI possa apportare nuovi spunti e grandi novità al futuro della professione?

Nell’avvicinarsi della data del congresso nazionale, ANDI Roma si sente in dovere di ringraziare l’attuale dirigenza nazionale per le chiamate a collaborare all’individuazione delle criticità su cui lavorare per dare un nuovo slancio alla professione e nuovo entusiasmo e fiducia nel proprio ruolo agli scritti. Il documento che sono stato incaricato di stilare raggruppa tutti gli interventi dei membri dell’esecutivo e del consiglio di ANDI Roma: ne viene fuori un quadro molto completo delle criticità da cui appare una consapevolezza che oggi purtroppo in sanità non è più sufficiente lavorare bene, con coscienza, etica e competenza, ma è necessario anche un habitat legislativo, economico e di comunicazione che non comporti un’insostenibile discrepanza fra impegno e risultati clinici economici e di immagine. Il tentativo di creare questo habitat è per tradizione affidato dai lavoratori al sindacato. Ormai le norme fanno l’economia e dunque la presenza di nostri rappresentanti dove si elaborano le leggi , è un requisito ineludibile per rimanere artefici del proprio destino/futuro e conservare nella sanità italiana i valori etici, solidali e di eccellenza che da sempre la caratterizzano.

Quali sono le vostre aspettative?

La definizione collegiale di un piano strategico da parte di ANDI speriamo garantirà condivisione di obiettivi, fiducia nelle nostre forze e voglia di fare insieme. Tutto questo non consiste in una ricerca di protezionismo da parte nostra, ma nell’eliminazione di fattori che penalizzano la professione e ci costringono a lavorare con ”un braccio legato dietro la schiena” creando inaccettabili disparità di trattamento, che diventano fonte di inutili stress, inefficienza, inefficacia, inappropriatezza, con inevitabili ricadute negative sui pazienti.

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